L’Unesco spiega che «Le faggete vetuste si trovano in 18 Paesi, oltre naturalmente all’Italia, e rappresentano un esempio eccezionale di foreste complesse, che offrono un ampio spettro di modelli ecologici e diversi tipi di faggi, in condizioni ambientali diverse. Il faggio europeo ha resistito a ogni glaciazione dell’ultimo milione di anni, sopravvivendo a qualsiasi condizione climatica avversa, nella parte meridionale del continente europeo. Dopo l’ultima Era Glaciale, circa 11.000 anni fa, il faggio ha cominciato a espandersi dalle zone del sud fino a ricoprire ampia parte del continente europeo».
L’Unesco sottolinea che «Questo bene transnazionale è indispensabile per la comprensione della storia e dell’evoluzione del gene Fagus, che, per la sua grande distribuzione nell’Emisfero Settentrionale e la sua importanza ecologica, riveste una rilevanza globale. Il faggio rappresenta infatti un esempio eccezionale della ricolonizzazione e dello sviluppo degli ecosistemi terrestri fin dall’ultima Era Glaciale. La sua presenza in così vaste aree d’Europa è una testimonianza vivente dell’adattabilità del suo gene, un processo tuttora attivo.
Il Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, ha accolto con soddisfazione la notizia: «E’ decisamente un momento magico quello che sta vivendo il Parco del Pollino. Nel giro di pochi anni prima l’ingresso nella Rete Geoparchi Unesco, successivamente la proclamazione quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero nel comune di Rotonda in Basilicata, poi la scoperta di Italus il Pino più vecchio d’Europa con i suoi 1230 anni e adesso l’ingresso nella prestigiosa famiglia Unesco della Fafggeta vetusta del Pollinello nel Comune di Castrovillari, in Calabria, incastonata in un contesto territoriale unico tra le cime del Pollino e del Dolcedorme vicina ai secolari esemplari di Pino Loricato».
Il Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, ha accolto con grande soddisfazione la notizia: «E’ decisamente un momento magico quello che sta vivendo il Parco del Pollino. Nel giro di pochi anni prima l’ingresso nella Rete Geoparchi Unesco, successivamente la proclamazione quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero nel comune di Rotonda in Basilicata, poi la scoperta di Italus il Pino più vecchio d’Europa con i suoi 1230 anni e adesso l’ingresso nella prestigiosa famiglia Unesco della Fafggeta vetusta del Pollinello nel Comune di Castrovillari, in Calabria, incastonata in un contesto territoriale unico tra le cime del Pollino e del Dolcedorme vicina ai secolari esemplari di Pino Loricato».
«Grazie agli studi effettuati con i fondi messi a disposizione dal ministero dell’ambiente con la Direttiva Biodiversità – sottolinea Pappaterra – è stato possibile attivare una collaborazione con il Prof. Piovesan dell’Università Tuscia di Viterbo il quale avvalendosi a sua volta di collaborazioni con l’Unical e l’Unibas e lavorando fianco a fianco con i tecnici del parco ha portato alla candidatura di questa Faggeta in cui ci sono esemplari che hanno un’età di 620 anni circa e sono considerati tra i più vecchi d’Europa. Questo risultato – conclude il presidente del Parco – ci inorgoglisce e nello stesso tempo ci carica di ulteriori responsabilità in ordine alla valorizzazione della straordinaria biodiversità di cui è detentore il Parco Nazionale del Pollino. Nei prossimi giorni programmeremo una grande iniziativa per festeggiare questo prestigioso riconoscimento e sarà l’occasione per ringraziare tutti i protagonisti che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante traguardo».